Le viti esistenti al momento dell’acquisto erano allevate con un metodo antichissimo: “maritate” ad un albero, che generalmente era un acero campestre, oppure un salice, utile alla vigna anche per i suoi tralci, utilizzati per la legatura, ma poteva essere anche un gelso, o un olivo. Questa forma di allevamento, nella quale la vite si avvale dell’albero come tutore, localmente viene chiamata “a testucchio”. La scelta di adottare come simbolo della nostra cantina una vite “maritata al testucchio”, come una sposa sorretta dal suo consorte albero, vuol essere un omaggio ad una cultura antica, di origine celtica e poi sviluppata dagli etruschi e dai romani, che è ancora usata ai nostri giorni, anche se quasi scomparsa dalle nostre campagne. Questa unione simboleggia il legame che si instaura tra quella vite e il suo territorio d’elezione, grazie alla cura della mano dell’uomo agricoltore.

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