Immerso tra le verdi colline della Val d’Orcia, Montalcino è un gioiello di Arte e storia, conosciuto soprattutto per essere la patria di uno dei più famosi vini a livello internazionale: Il Brunello di Montalcino.
Il pregiato vino rosso toscano è nato infatti all’interno di queste terre, quando, intorno alla metà del 1800, un Ferruccio Biondi Santi iniziò a studiare e a sperimentare nuovi sapori con le uve di una varietà autoctona di Sangiovese, ottenendo così un prodotto capace di resistere a lunghi invecchiamenti e di migliorare con il tempo.
Molto presto attorno a questo vino si formò il Consorzio del Brunello di Montalcino che ottenne prima il marchio DOC e poco dopo il DOCG.
La certificazione DOC (Denominazione di Origine Controllata) fu assegnata al Brunello nel 1966 e delinea la qualità ed il pregio di questo prodotto, ottenuto secondo elementi connessi al rispetto dell’ambiente, a fattori umani e ad un particolare metodo di produzione, approvato con decreto ministeriale.
Il marchio DOCG arrivò, invece, nel 1980 e rappresentava una novità importante in campo enologico poiché questa certificazione non era mai stata assegnata prima. La DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) viene attribuita esclusivamente a vini che sono DOC da almeno 10 anni, che presentano standard qualitativi elevati dal punto di vista chimico-fisico, organolettico e sensoriale e rispettano tutti i requisiti previsti dal decreto ministeriale.
Oggi il Brunello di Montalcino è uno dei vini più conosciuti e pregiati della Toscana, premiato annualmente con importanti riconoscimenti dalle più autorevoli riviste di enologia e viticoltura ed esportato in tutto il mondo.
La storia del vino in Toscana
Il legame tra la Toscana ed enologia è molto antico. Le prime tracce della viticoltura risalgono infatti alla metà del VII sec. a.c. quando i Greci introdussero in Italia la vitis vinifera e vide una forte espansione con il popolo Etrusco che iniziò a dedicarsi alla sua coltivazione e ad esportarlo in tutto l’occidente. Da questo punto la storia del vino in Toscana visse un periodo altalenante che lo vide ridursi drasticamente con il declino della civiltà etrusca, risorgere con i romani per poi limitarsi alle terre locali con la caduta dell’impero Romano.
Il XIII è un periodo di rinascita per la cultura vinicola toscana poiché in quegli anni a Firenze nacque prima una corporazione composta da vinattieri, osti, fornai ed albergatori, poi una vera e propria arte autonoma che aveva sede a Palazzo Bartolommei-Beschetti, era identificata da uno stemma composto da calice rosso in campo bianco e riuniva al suo interno i più importanti proprietari di osterie e mercanti di vino che vendevano i propri prodotti all’ingrosso.
Da quel momento il successo del vino in Toscana proseguì senza sosta, aumentando sempre più di prestigio, arrivando prima nelle corti dei sovrani europei, poi in tutto il mondo.
I vini migliori al mondo e la classifica annuale di Wine Spectator
Wine Spectator, famosa rivista di enologia e viticoltura che conta oltre 40 anni di storia e più di 15mila vini recensiti all’anno, pubblica annualmente una lista in cui identifica i migliori cento vino al mondo. Nella Wine Spectator “Top 100 of 2020” la Toscana è la regione con il maggior numero di vini classificati (8 di cui 5 tra i primi venti), tra le varietà spiccano il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico, il Cabernet Sauvignon ed il Nobile di Montepulciano.