Nel 1988 Luigi Fanti ereditò il podere con annessi vigneti ed oliveti dal padre. Negli anni ’90, insieme alla moglie Maria Assunta,  dette  inizio ai lavori di restauro del casolare, l’ampliamento dei vigneti, l’inserimento graduale delle nuove tecniche di lavorazione e vinificazione rispettando gli usi e costumi ereditati. Prima vendemmia firmata  Luigi e Maria Assunta Fanti è dei primi anni ’90. Sarà l’anno 2000 quello della svolta: la prima commercializzazione dei vini Rosso e Brunello con proprie etichette. E la storia della famiglia Fanti, del Ventolaio, continua. La nuova generazione formata dai figli Manuele e Baldassarre che hanno scelto di proseguire, con impegno e dedizione, la tradizione di famiglia: la loro scelta di vita. Ho incontrato la famiglia Fanti recentemente durante l’edizione 2018 del “Benvenuto Brunello” nel febbraio scorso. Incontro per caso, in una trattoria a Sant’Angelo in Colle. Inevitabile il parlare del Ventolaio, dei Brunelli, delle aspettative dei nuovi vini. “Il vino si fa in vigna” precisa Luigi. “È vero – precisa Maria Assunta – ma è altrettanto vero che la “pratica in cantina” ha la sua importanza per ottenere vini degni della tradizione montalcinese”. “La vinificazione oggi segue processi naturali – continua Maria Assunta –- —privilegiando lieviti autoctoni presenti nelle uve stesse, per conferire al vino una precisa identità territoriale. L’invecchiamento avviene in botti di rovere di Slavonia e Francese da 30hl per i periodi ammessi dal disciplinare con un successivo affinamento in vetro per circa 6 mesi”.

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