Il Catasto Onciario, datato al 1513, riporta la notizia dell’edificazione di un monastero nell’agro di Salice Salentino alla fine del 1400, da parte di un gruppo di monaci che si dedicavano all’agricoltura e alla preghiera, secondo la regola di San Basilio. Quattro secoli dopo, nel 1865, una famiglia di viticoltori della Borgogna, i Perry Graniger, costretta dalla fillossera ad abbandonare le proprie vigne, acquistò il monastero e lo convertì in chateau, impiantando dieci ettari di chardonnay e dieci di pinot nero. Fece anche costruire il piano nobile, sopra la cantina, come residenza della famiglia. Ai primi del ‘900, i Perry Graniger tornarono in Francia e la cantina vinicola fu prima acquistata dai De Martino, nobile famiglia pugliese, poi scambiata per una proprietà di pari valore con Antonio Provenzano. Antonio tradusse “Chateau” in “Castello” e lo dedicò ai monaci che lo fondarono. Continuò a piantare vigne e tra il 1920 e il 1928, per migliorare la vinificazione, costruì una nuova cantina, oggi adibita a Museo del Vino. Nel 1970, Maria Provenzano e il marito Enzo Memmo, seconda generazione della famiglia, con una singolare lungimiranza, iniziarono a edificare la terza cantina, insieme ad un certo numero di camere da destinare al turismo del vino. Nel 1979 la figlia Lina sposò l’imprenditore agricolo salentino Vitantonio Seracca Guerrieri, attuale Presidente di Castello Monaci.

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